DEDICATO A CANAKKALE_STRETTO DI DARDANELLI E AI SUOI CADUTI NEL 1915
PENSIERO DI PACE
[........è voglia di pace
oppressa tra noi
Ma ostile ci è il mondo
io lo so
Nel segno d'amore
graffiato su noi
hai scritto il tuo nome
insieme col mio
La voglia di pace
aleggia così
la senti e tace
ti gridò
rimani qui
accanto al pensiero
fa che si più vero
accostare l'anima ad un'anima così
ci fa unire sempre più
come questa musica che scivola per te
io la riconosco qui
annientate tutte le barriere tra di noi
danza con la libertà
e per lei...]Una canzone di Amedeo Minghi
Canakkale..Lo stretto di Dardanelli che si apre dal Mar di Marmara verso l'Egeo..E' il bellissimo ricordo dei miei primi anni di vita.Ho passato sei anni in questa splendida terra che non riesco mai a dimenticare.Un mare che possiede il più bel colore dell'azzurro...Le verdi colline... Trasparenti acque ...Splendide spiagge.I primi sonni tranquilli ascoltando le onde .Papaveri ...Tanti cesti di uva regalati dai contadini che volevano tanto bene a mio padre che insegnava nel liceo....Tanti ciliegi raccolti direttamente dagli alberi.Ed io che iniziavo a fare la scuola elementare davanti al tenero sorriso della mia maestra.E poi il momento di lasciare per sempre questo paradiso per i motivi di lavoro e di trasferimento di mio padre ad un'altra città.Il momento di addio tra le lacrime delle persone che ci volevano bene e che come ultimo ricordino mi regalavano dei biscotti in scatole rosse che erano forse i primi biscotti preconfezionati dall'industria turca che era in avvio verso lo sviluppo in quei tempi ,ma che era ancora tanto povera.E poi una barca che mi staccava per sempre da quel paradiso ,da quelle persone care che sempre in lacrime mi salutavano .Mentre la barca si allontanava, mi cresceva un nodo in gola ,una lacrima che non volevo far vedere ai miei genitori e diventavano sempre più piccole le mani che mi salutavano in riva.E poi una nebbia di malinconia mi faceva capire che da quel momento in poi avevo perduto per sempre il paradiso e che non l'avrei mai più ritrovato in nessuna parte .
Adesso andiamo allo stretto di Dardanelli di 98 anni fa e ricordiamo i soldati turchi e stranieri che morirono in questa terra per salvarla .Morirono perchè potessimo nascere noi qui in questo meraviglioso mare e potessimo vivere la nostra vita..
Nel 1915,sotto il fuoco infernale della Guerra di Canakkale spuntarono bellissimi papaveri per poter baciare gli occhi ai numerosissimi soldati turchi e stranieri che morirono solo in pochi giorni ..I soldati ,prima di chiudersi gli occhi per sempre alla giovinezza e alla vita ,nei loro ultimi respiri pensarono alle loro ragazze ,contemplando lo splendore dei papaveri che, indifferenti a tutto quell'inferno che li circondava in quegli attimi , si sbocciavano con tutte le loro forze dentro le miserabili tende per abbracciarli .I papaveri dello stretto di Dardanelli sembravano di voler dimostrare quanto è forte l'amore in confronto al fuoco assurdo della guerra.
Le storie leggendarie raccontano che in quella guerra,un soldato turco e un soldato straniero si trovarono feriti sotto un ulivo.Il soldato straniero era proveniente dalla Nuova Zelanda ed era stato chiamato in guerra per combattere in nome della Gran Bretagna ;perchè la Nuova Zelanda era una colonia inglese.Gli era stato dato l'ordine di sparare contro i turchi e invadere la Turchia attraversando lo stretto di Dardanelli..Al soldato turco era stato dato l'ordine di impedire i soldati nemici di attraversare lo Stretto e di difendere la patria.Ma i due soldati passarono insieme quegli ultimi attimi della loro vita dimenticando la nemicizia e divennero amici..Lo straniero regalò al turco un pò di carne in scatola.E il turco regalò allo straniero un pò di tabacco turco.Il turco morì prima e il soldato straniero lo portò sulle spalle per ore e ore ,piangendo.Dopo lo seppellì . Con l' ultima forza che gli rimase ,graffiò una mezza luna sul tronco di un albero .Poi lo tagliò,lo staccò e lo mise sulla tomba dicendo qualche preghiera. A volte gli stranieri cadevano nelle mani dei turchi;e anche loro davano da mangiare e un tè caldo ai soldati stranieri. Alcuni documenti e i racconti dei ricordi della guerra confermano che durante il combattimento e quando si dava l'ordine di cessare il fuoco,in quei momenti di pausa,i soldati stranieri e turchi si avvicinavano e si conoscevano.Si scambiavano la roba di mangiare .Un soldato turco,a volte rischiando la propria vita cercava di salvare un soldato inglese moribondo in mezzo al fuoco .Oppure mentre da una parte cercava di coprire la propria ferita con un po' di terra ,dall'altra parte si strappava la propria camicia per ricavarne un pezzo e poi lo avvolgeva alla gamba ferita di un soldato francese ,dimenticando che lui è un avversario e considerandolo in quel momento soltanto un amico da salvare.
A volte ,durante queste ore di pausa un soldato inglese che parlava il turco si avvicinava ai soldati turchi e prendeva un tè insieme a loro con conversazioni amichevoli ;dicendo poi "chissà forse tra qualche ora dovrò morire proprio con lo sparo di uno di voi".E loro rispondevano "Speriamo che ciò non succeda mai ";perchè avrebbero sentito davvero un dispiacere nel cuore se questo amico straniero fosse morto ":Ma qualche ora più tardi tanti turchi e tanti stranieri dovevano morire insieme in mezzo a quel fuoco infernale.Malgrado la guerra,non ci fu mai una vera nemicizia tra i soldati turchi e stranieri.Nessun odio ,nessun rancore tra di loro,ma solo ognuno cercava di fare il proprio dovere.
Forse i libri storici dovrebbero essere scritti di nuovo. Ecco alcuni frammenti dall'ultima lettera scritta da un soldato turco ,(uno studente universitario di Istanbul) che si trovava in campo di battaglia durante la Guerra di Canakkale qualche ora prima di morire .La lettera era stata destinata a sua madre ed esprimeva tutta la gioia che lo avvolse nel momento che aveva ricevuto la lettera da lei .Il soldato, così scriveva alla madre nella lettera: [ ".....Le piante verdissimi si piegavano resistendo al vento come se volessero salutare la lettera che avevo ricevuto da mia madre. Tutte quante si chinavano verso di me per rialzarsi poi e si congratulavano con me......Ho voltato i miei sguardi a sinistra:Un ruscello che scorreva con vivacissima allegria, mi sorrideva,ballava e gettava le belle schiume perchè mi era arrivata una lettera da mia madre.Ho alzato la mia testa; ho guardato le foglie dell'albero che mi offriva la sua ombra per farmi riposare.Tutte le foglie ,con la loro danza,volevano esprimermi la loro spontanea partecipazione alla mia gioia .Poi ho guardato un altro ramo.Il bell'usignolo,con la sua dolce voce mi dava la bella notizia e ,aprendosi il becco sottile, voleva dimostrarmi che condivideva i miei sentimenti........Però non essere ancora triste mamma! Io,sì..sicuramente ti porterò un giorno in queste parti.E ti farò vedere questo panorama così naturale.........Pare che i posti più belli del mondo siano questi,Ma in queste terre non si può fare una festa.Se Dio vuole,forse gli avversari ritirano i loro soldati e così possiamo tornare anche noi al nostro paese,e possiamo fare una festa,vero? "............ ] Il soldato morì poco tempo dopo aver terminato la sua lettera.Ma morì nel desiderio di tornare a casa sua ,ad Istanbul.E morì nel sogno di portare la sua mamma un giorno in un tempo di pace a far vedere tutte le bellezze naturali di Canakkale.In un momento di pausa tra un fuoco e l'altro della guerra ,lui era stato assorbito totalmente dal "PENSIERO DI PACE" .
In quella ferocissima guerra morirono circa 250.000 soldati stranieri e 250.000 soldati turchi. Oggi tutti quei soldati turchi e stranieri tra cui molti zelandesi si riposano insieme come i fratelli di una stessa terra sulle colline dello Stretto di Dardanelli e sono considerati fratelli perchè morirono combattendo nella stessa terra..E ogni anno tanta gente da tutte le parti del mondo porta a loro dei fiori.
Con questa bellissima canzone "PENSIERO DI PACE" che ha un delicatissimo e sensibilissimo linguggio universale ,ho voluto ricordare i soldati della Guerra di Canakkale. Mando un abbraccio e tanto tanto amore a Canakkale,A Gelibolu,al mio piccolo paradiso Lapseki e a tutti quei bellissimi papaveri dello Stretto di Dardanelli che mi baciarono gli occhi durante la mia prima infanzia.Quella terra con il suo bellissimo ed indimenticabile mare è come un favoloso sogno per me.
Muge Ozer Elgueta
Questa bellissima zona, valorizzata da una quantità di monumenti celebrativi quasi sempre di buon gusto, e affollata da migliaia di visitatori, non solo turchi: i figli e i nipoti dei caduti australiani e neozelandesi vengono in pellegrinaggio qui, determinando una grossa crescita nel turismo locale. Sulla penisola di Gelibolu, già da molto tempo prima dell’ingresso della Turchia nella Nato che trasformò gli antichi nemici in alleati, aleggia un sincero spirito di pace e di amicizia tra popoli tanto lontani. Lo stesso Atatürk, padre dei turchi e fondatore della repubblica e il primo presidente della Repubblica turca rivolse toccanti parole alle famiglie dei caduti avversari:‘…Madri, che avete mandato qui i vostri figli da paesi lontani…’, disse “…sappiate che essi riposano ora nel grembo della nostra terra”. E da quel momento vi è stata una continua collaborazione tra le autorità statali e le associazioni degli ex-combattenti di entrambe le parti per la costruzione di memoriali e cimiteri, e per lo svolgimento di celebrazioni comuni.
Tra le dense pinete e le profumate macchie mediterranee della penisola c'è un monumento molto significativoi. È diverso da tutti poiché ricorda non un caduto, ma un sopravvissuto: un giovane ufficiale britannico, ferito nel corso di un assalto, che al termine di una terribile giornata era rimasto al suolo nella ‘terra di nessuno’ tra le contrapposte trincee. Un soldato turco, vedendo il ragazzo inglese a terra ma vivo, dopo averci pensato un po’ sventolò un drappo bianco, uscì senza imbracciare l’arma dalla sua trincea, e avanzò a lenti passi sul campo di battaglia. Giunto dov’era l’inglese, lo raccolse, lo sollevò tra le braccia, e, con il coraggio nell’animo e la serenità nello sguardo tenuto fisso al nemico, avanzò fino alla trincea opposta, restituendolo ai compagni. Indietreggiò voltando tranquillo le spalle alle loro baionette: ovviamente a nessuno passò per la mente di sparare.Il monumento rappresenta quel momento indimenticabile che simbolizza la solidarietà umana che continuava ad esistere malgrado alla terribile guerra :Raffigura Il soldato turco che porta il soldato inglese ferito adagiato sulle braccia.
C'è anche un mito antichissimo, romantico e triste, che vide protagonisti due giovani delle opposte sponde dello stretto di Canakkale. Dalla parte dell’Asia viveva Leandro, un bel ragazzo dal fisico vigoroso, che si era perdutamente innamorato della dolce Ero, sacerdotessa di Afrodite, la quale viveva con la sua famiglia sull’altra costa dell’Ellesponto. Quando scoprì che il sentimento era corrisposto, Leandro prese l’abitudine di affrontare, al calar delle tenebre, la traversata a nuoto dello Stretto: una fatica che poi, dopo aver passato di nascosto la notte insieme alla ragazza, ripeteva in senso inverso sul fare dell’alba. Ogni sera, Ero collocava una lucerna alla finestra della sua stanza, per aiutare il compagno a non perdersi nell’oscurità. Però, durante una notte più agitata delle altre, e senza che Ero se ne avvedesse, la vitale fiammella fu spenta da un colpo di vento. E il povero Leandro, disorientato, si perse per sempre tra i flutti: né poté mai più baciare la sua amata.
Da questo mito nacque pure una gara di fondo molto impegnativo che si organizza ogni anno tra i nuotatori che vogliono attraversare lo stretto a furia di bracciate .E'un tratto di mare molto difficile,perchè la costante corrente marittima è in genere accompagnata da venti forti che potrebbero trascinare via i partecipanti meno esperti.Tutti vengono caricati sui battelli che li portano ad Eceabat ,sul lato europeo dello stretto.Poi li scortano per sicurezza nel procedere della lunga e pericolosa nuotata (Il percorso è di poco meno di 4 km)finchè non giungono all'arrivo ,fissato a Canakkale sul lato asiatico.Questa gara tra le onde, sulla scia di Leandro, è un modo singolare e bello per festeggiare una vittoria: perché l’importante, in fondo, è che le fiammelle che uniscono i due versanti del mondo siano tenute sempre accese.